lunedì 11 ottobre 2010

Dal Wall al Web (II parte)


Nel sistema della Guerra fredda la struttura del potere ruotava essenzialmente attorno allo stato-nazione e l’equilibrio era mantenuto dalla tensione che si sviluppava tra queste due Super stati-nazione con i singoli stati più deboli che venivano da queste super-potenze attratti alla loro sfera d’influenza, come la limatura di ferro è attratta in modo repentino ed inesorabile da un potente magnete.

Il sistema della globalizzazione ruota intorno a tre equilibri che si sovrappongono ed influenzano a vicenda.

Il tradizionale rapporto di equilibrio di potere tra stati-nazione, dopo la dissoluzione dell’impero sovietico, è stato sconvolto ed ora il panorama mondiale è dominato da una sola superpotenza: gli Stati Uniti: sono loro appunto ad esercitare il precedente ruolo senza più un stato-nazione opposto; ma pur muovendo molte pedine nello scacchiere mondiale degli equilibri di potere, gli Stati Uniti non le muovono tutte.

Il monopolio delle grandi super-potenze (anzi più correttamente il “duopolio”) è stato incrinato dall’affermazione nel sistema degli equilibri di un nuovo soggetto rappresentato da quei mercati globali, costituiti da milioni di investitori che muovono denaro in giro per il mondo con il semplice click del mouse. Questo universo variegato e vasto di investitori, che Friedman chiama mandria elettronica, ama darsi convegno in alcuni grandi centri finanziari del mondo, quali Wall Street, Londra, Hong Kong, Francoforte e altri, dal nostro definiti super-mercati: è in questi templi che si officiano i riti della finanza e decidono i destini economici di imprese, di intere nazioni e di singoli individui e la rete consente a tutti di esser spettatori se non protagonisti di questo “spettacolo edificante” dove uomini e cose si sciolgono in cifre in un luogo geografico e si materializzano in ricchezza o in miseria in un altro punto del globo.

Per comprendere meglio il gioco degli equilibri che si viene ad istaurare tra i due elementi (stati-nazione e super-mercati) basta pensare che al tempo della guerra fredda per rovesciare il governo di un paese bisognava, da parte delle superpotenze, sommergerlo di bombe, mentre oggi basta, da parte dei super-mercati abbassare il rating di quel paese per mettere in seria difficoltà, e possibilmente rovesciarlo, il suo governo.

Infine vi è un terzo polo di equilibrio che deve necessariamente esser ricercato dai due precedenti e che ha goduto di poca, anche se qualificata, pubblicistica che comunque non è stata sufficiente a raggiungere l’immaginario e la conoscenza collettiva, probabilmente perché si tratta di interlocutori, prima della globalizzazione, sconosciuti in queste vesti e neppure pensati quale dotati di una potenza ed enorme capacità di intervento: gli individui super – potenti.

Questi individui, che possono essere persone meravigliose oppure terribilmente arrabbiate, molto lontane geograficamente e culturalmente da noi oppure estremamente prossime, tramite la rete godono oggi di un potere straordinario che consente loro di comunicare a grande distanza o di parlare in maniera diversa anche con lo stesso vicino con cui potrebbe comunicare verbalmente; di procurarsi in qualunque mercato mondiale qualunque strumento gli sia necessario a costi non più proibitivi e di condurre, con un semplice strumento di posizionamento satellitare, come fino a non molto tempo fa vedevamo solo bei film, qualunque mezzo, senza limitazioni spaziale e temporali.

La globalizzazione funge da moltiplicare straordinario alla potenza dei singoli che possono intervenire in prima persona sulla scena del mondo senza più la mediazione o la limitazione di uno Stato e con una forza infinitamente maggiore rispetto al passato, anche recente al punto che una nazione tecnologicamente avanzata può impiegare mesi per chiudere un buco scavato a 3 km di profondità in un oceano o riportare in superficie uomini a poche centinaia di metri, mentre un singolo individuo può, dal proprio salotto o dalla grotta in cui vive, purché ci sia connessione, far cadere su una città un satellite che ruota in orbita attorno alla Terra a decine di chilometri.

A tutti color che, leggendo quanto esposto, ritengono quest’ultimo punto esagerato, rivolgo questa semplice riflessione: selezionate in rete, tra blog e community a vostra scelta, un individuo molto arrabbiato e che possieda le caratteristiche tipiche dell’opinion leader, pur non essendo ancora conosciuto dal grande pubblico dei media tradizionali; dotatelo di mezzi economici straordinari che gli consentano di potersi dedicare appieno alla propria causa senza le preoccupazioni quotidiane della sussistenza e con la possibilità di procurarsi mezzi tecnologici sempre più avanzati, ed avrete prodotto un nuovo Bin Laden.

E se anche dinanzi a questa evidenza riterrete che in ogni caso, per quanto super-potente, un individuo non possa rappresentare un polo di equilibrio tra i poteri mondiali, vi invito a riflettete sulla circostanza che dal 2001 la più grande potenza mondiale, se non economica, certamente militare, sta combattendo in Afghanistan l’unica guerra nella storia dell’umanità che vede fronteggiarsi frontalmente una super-potenza e un individuo super-potente quale Bin Laden.

In conclusione, per comprendere ed interpretare il mondo globale in cui viviamo, dobbiamo sempre considerare che nel sistema degli equilibri, al fianco delle super-potenze (economiche e militari) vi sono i super-mercati e gli individui super-potenti, persone magnifiche o molto arrabbiate, e che tutti questi tre elementi agiscono ed interagiscono tra loro al punto da condizionarsi a vicenda. - fine.

Giuseppe D’Urso, insegnante molto precario, da Catania.

7 commenti:

  1. Nel perdermi in quest'ultimo romanzo ho colto una ricorrente allusione ai centri commerciali che ormai si sono diffusi ovunque. Vorrei ricordarLe che è chi si mette in gioco e rischia i propri capitali che rifornisce il motore dell'economia.

    RispondiElimina
  2. Caro Caino forse hai letto in fretta e non dall'inizio, altrimenti ti saresti reso conto che parlo di cose molto più tangibili dei centri commerciali....
    Attendo i tuoi puntuali commenti quando avrai letto, se ti fa piacere ovviamente, attentamente il saggio.

    Giuseppe D'Urso, insegnante molto precario, da Catania

    RispondiElimina
  3. Per Caino:
    giusto per parafrasare un noto ex pm ed unico oppositore del tanto amato presidentissimo:
    "ma che c'azzecca?"

    Rilievi alle riflessioni sul contenuto:
    Centri commerciali?????
    è chi si mette in gioco e rischia i propri capitali che rifornisce il motore dell'economia????


    ma lo hai letto l'articolo?

    Rilievi alle affermazioni:

    ma secondo chi mette i propri capitali lo fa per "rifornire" il motore dell'economia?
    O ci sono ben altre ragioni?

    Il tuo sempre affezionato Abele.

    Devo dire che più leggo i tuoi commenti e più comprendo la pochezza dei sostenitori della maggioranza... che si badi bene è maggioranza solo grazie alla legge elettorale truffa (che fa dei possessori del 30% dei consensi la maggioranza). Ricordiamolo che c'è un 40% di elettori schifato e/o disinteressato (ingiustamente) alla politica.

    RispondiElimina
  4. ciao, perchè se ne fa sempre un uso distolto delle cose. . . .

    RispondiElimina
  5. Internet è uno strumento potente, la più immediata e completa fonte di informazioni a nostra disposizione. Non essendo controllabile da una o più persone in particolare viene osteggiata da chi cerca sempre il controllo sugli altri. Rimane pur sempre uno strumento, nel bene o nel male, siamo noi utilizzatori che facciamo la differenza. Siamo noi utilizzatori che creiamo l' immagine con cui viene vista la rete. Ci sono utilizzatori "pacifici" e rispettosi del vivere civile, anche nel virtuale, e utenti che sfuttano le potenzialità in modo a dir poco maligno. Il WEB è soltanto lo specchio di chi lo ha creato e lo usa. Capisco il tuo sdegno, sono solidale con le tue opinioni al riguardo ma il mondo è questo e incazzarsi fa male solo a te stesso. Rispetto comunque la tua battaglia verso gli atteggiamenti ostili di cui parli. un saluto.

    RispondiElimina
  6. i pericoli sono altri... basta essere consapevoli di ciò che si fa. il pericolo viene da tutte le parti se si agisce in modo sconsiderato!

    RispondiElimina
  7. finchè ci sarà da guadagnare qualcosa ci sarà sempre che cercherà di ostacolare la rete

    RispondiElimina