lunedì 6 settembre 2010

Storia e sbarchi


“Canto l’uomo che primo da Troia venne in Italia”. Così Virgilio apre il primo libro dell’Eneide accingendosi a raccontare le vicende di Enea che fugge dalla sua terra natia, devastata dalla guerra, e migra verso altri lidi che auspica più ospitali e felici e dove spera di poter ridisegnare il proprio avvenire e garantirlo migliore alla propria discendenza.
Il viaggio che lo conduce “sui lidi di Lavinio” è a “lungo travagliato e per terra e per mare”, come quello che migliaia di uomini compiono ogni anno per sbarcare sulle nostre spiagge e lasciarsi alle spalle guerra, persecuzioni e miseria, perché Enea ieri, come loro oggi, “molto soffrì anche in guerra”.
Noi rileggiamo la storia del “profugus” Enea mentre contemporaneamente altri profughi, novelli Enea con le loro speranze, timori e ricordi delle terre lasciate, a distanza di qualche miglio, celebrano il loro sbarco sui nostri lidi.
La storia delle migrazioni degli uomini è sempre la stessa da secoli: è un cielo costellato di abbandoni, lacrime, speranze, lutti, fallimenti e successi.
Cambiano però le società che accolgono questi esuli e il loro grado di civiltà nell’accoglierli e offrire loro la possibilità di programmare un futuro diverso dal passato che si lasciano alle spalle.
Quasi quindici secoli fa imbarcazioni cariche di disperati salpavano dal Nordafrica, dal Medio Oriente, dai Balcani, e attraversavano il Mediterraneo alla ricerca di una nuova vita in Italia per sbarcare in Sicilia e in Calabria dove venivano accolti dalle locali autorità che provvedevano a sfamarli e ad organizzare la loro sistemazione o in loco o facendoli affluire più a Nord, verso Roma. Non erano, come oggi, i dannati della terra in fuga dalla miseria: erano i profughi dell’immenso sfacelo dell’impero romano. Era il tempo dove dallo sfacelo non fuggivano i poveri visto che quelli restavano sul posto e imparavano a convivere con i nuovi padroni assumendone con il tempo l’identità. Fuggivano invece i componenti della classe dirigente, vescovi, generali, latifondisti, senatori, chierici e monaci, animati dalla certezza che l’impero avrebbe saputo ricollocarli e far uso del loro capitale umano. Per loro non c’era al di la del mare l’ignoto dato che tutti loro parlavano latino o greco e si sarebbero ritrovati a casa loro in un’Italia ancora cosmopolita. Un orizzonte ben diverso rispetto a quei profughi d’oggi che si usa etichettare come i nuovi schiavi, e che assomigliano a quelli che per lunghi secoli il Mediterraneo ha riversato nei porti d’Italia.
Alessandro Manzoni, nell’ultimo capitolo dei Promessi Sposi, nel descrivere il pranzo di nozze offerto dal marchese, erede di Don Rodrigo, ai novelli sposi Renzo e Lucia; non manca di sottolineare, con un garbato rilievo, “l’umiltà” del marchese il quale prima di ritirarsi a pranzare altrove con Don Abbondio, volle stare lì un poco a far compagnia agl’invitati, e aiutò anzi a servirli.
Ironicamente il Manzoni subito ammonisce il lettore dal pensare che sarebbe stata cosa più semplice fare addirittura una tavola sola, perché il marchese era un brav’uomo, ma non (…) un originale, come si direbbe ora – e aggiungiamo noi come si direbbe ancor oggi e non solo ai tempi del Manzoni – v’ho detto ch’era umile, non già che fosse un portento d’umiltà. La vera umiltà è nel cuore e nell’animo dell’uomo e non nelle esibizioni esteriori.
Se l’Innominato, in una profonda costrizione interiore, ha saputo mettersi alla pari con i suoi perseguitati, il marchese non può perché il suo ruolo è piuttosto esteriore e il gesto di aiutarli e servirli è più un atto di umiliazione che di umiltà.
N’aveva quanta ne bisognava per mettersi al di sotto di quella buona gente, ma non per istar loro in pari.
Se anche noi – tutti! – quotidianamente anziché assumere l’atteggiamento occasionale dell’umiliazione, del metterci al di sotto di quella buona gente, adottassimo l’habitus mentale e morale perenne dell’umiltà, dell’istar loro in pari, probabilmente raggiungeremmo risultati lusinghieri ed egregi nella via che conduce alla società multietnica e multiculturale.

Giuseppe D’Urso, insegnante molto precario, da Catania

34 commenti:

  1. Ho voluto inserire un'immagine di una crudezza esasperante per testimoniare, a chi non lo ritiene possibile, la violenza a cui può giungere l'uomo, unica bestia capace di godere per le atrocità e le sofferenze che elargisce.

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  2. Sono d' accordo tanto da diventare banale : niente contro gli immigrati, alle iene tv tempo fa ho visto un documentario sul lungo e disumano viaggio che compiono gli stranieri ( figurati com'e' cio' che lasciano ...) tanto esplicativo che dovrebbero mostrarlo al tg ( magari invece di : parate in onore di Geddefi, il pareo si usa o no, come rinfrescarsi in spiaggia ecc ). Ho una grande comprensione e solidarieta' per loro, capisco anche che delinquano come puo' capitare che delinquano gli italiani ... pero' i galeotti se li tenessero ...

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  3. odio la politica...odio cio' che ha fatto per secoli la chiesa...odio il potere

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  4. Un immagine orrenda da vedere che suscita tanta rabbia personale per la violenza su un bambino.

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  5. posso dirti una cosa sinceramente..
    "e' vero si fugge per mille motivi e nn sto' sindacare se e' giusto o no ora e qui " ma ti parlo di quelli integrati ,con famiglia ,lavoro ,casa ,cosa pensano di noi? Nn siamo un paese democratico! Ti basta che dopo questa risposta io nn sono disposta piu' ad aiutarli? ora saio come la penso ,dopo tanto volontariato e la maggioranza dei servizi sociali sono pro-extracomunitari !!!

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  6. Il tuo argomento è lunghissimo, ma lo leggo, perchè è un mattino di pioggia che invita a riflettere.
    La conclusione sull'umiltà mi sembra più che giusta. Ho avuto di recente un'esperienza personale e sono contenta del piccolo contributo che ho potuto dare a una famiglia di "migranti". Il mio contributo è stato più morale che economico, ma penso ugualmente gradito. Penso che ognuno di noi possa dare un contributo personale, di umiltà sicuramente a qualcuno che ne ha bisogno. Ciao

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  7. La vera umiltà è nel cuore e nell’animo dell’uomo e non nelle esibizioni esteriori.Proprio cosi . . . la foto che hai messo ,mamma mia.

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  8. Non è facile commentare. Commentare la foto: mi fa sentire male. Commentare il viaggio dei profughi: sempre in cerca di una vita migliore, ma alla fine devono sempre ritornare in dietro

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  9. Non credete che sia ora di finirla con questo "perbenismo"? Sono stanco di sentire che si deve guardare chi sta peggio di noi, che si deve essere altruisit... Noi a casa nostra già siamo nella miseria, quale aiuto possiamo offire a questa gente? I governi si susseguono ma la mentalità è sempre quella di far del bene ai popoli al di là del mare e NOI?

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  10. Grazie per averci fatto leggere queste cose, per farci riflettere di più.

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  11. La tua opinione sull'umiltà la condivido, ma perchè diffondere un'immagine così cruda e terribile?

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  12. Per Giuda:
    come dar torto a questa posizione?

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  13. Il tuo argomento fa riflettere molto . . . grazie per averlo postato ciao

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  14. Bravo Giuseppe D'Urso! Ti avrei voluto come prof ... sante parole

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  15. ho capito quello che vuoi dire, e capisco che è un argomento che tocca il cuore (specialmente la foto), io comunque rimango dell'idea che noi ne accogliamo troppi, ed è vero che ci sono quelli che lo meritano, ma tanti altri arrivano qua da disgraziati e in men che non si dica vogliono farla da padroni. . . . .è un argomento troppo difficile da esprimere in poche righe. . . .

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  16. Condivido totalmente il tuo pensiero. Purtroppo in pochi conoscono la storia passata quindi in molti non conoscono le ragioni di chi fugge e non sono interessati neppure a conoscerle. La superficialità e la mancanza di curiosità che porta all'apprendimento dominano soprattutto fra i giovani. Tu che sei insegnante puoi fare molto.

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  17. Concordo pienamente il pensiero!
    Mi segno il sito per approfondimenti.
    Grazie di questa opinione.

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  18. non tutti vogliono questa società,vedi il nostro governo,vedi anche la tua precarietà . . . ciao

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  19. splendido accostare la situazione dei profughi ad esempi letterari... anche se la situazione in sè fa rabbrividire.

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  20. hai saputo descrivere questo dramma sociale con una proprietà di linguaggio, una efficacia, una capacità di parallelismo e contestualizzazione sociologica veramente fuori dal comune! Condivido anche la sfumatura etico-psicologica che rinforza il concetto espresso.Ovviamente tu che hai quindi tutte le qualità per esser un MERAVIGLIOSO E STIMOLANTE DOCENTE (L'ODE A sILVIO A RIGHE ALTERNE...DIVINA ) sei precario.Grazie Silvio, graze Marystar!!!!

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  21. La foto che hai postato è veramente scioccante e più la guardi e più di fa venire un nodo alla gola. Siamo nel 2010 e dobbiamo ancora assistere a queste crudeltà, purtroppo.

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  22. Hai descritto molto bene questo dramma e l'ho letto davvero volentieri condividendo tutto . Quella foto però fa venire i brividi !

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  23. grazie per quello che hai scritto,ma la foto è strazziante ed ho pianto

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  24. Mi dispiace avervi turbato con quell'immagine orribile e come avevo scritto quando pubblicai il post (e ora ribadisco) sono stato davvero indeciso se mettere o meno quell'immagine. Solo che poi ho pensato che ognuno di noi, me compreso, pensa che la gente che viene da noi fugga dalla semplice e amara povertà, non pensa possibile che quelle persone fuggano da un simile mondo per dare un futuro ai propri figli. Mi scuso ancora per l'immagine ma ho pensato che solo quella crudezza avrebbe svegliato la mia e le tante coscienze.
    Giuseppe D'Urso, insegnante molto precario, da Catania

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  25. la foto toglie il fiato e non sono in grado di leggere l'opinione in questo momento...forse era meglio avvisare di quanto dura potesse essere...io sono una mamma...

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  26. Ciao. Non era un rimprovero a te.....è che, purtroppo, queste immagini sono ancora presenti nel 2010.....è questo che fa male.

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  27. ti prego togli quella foto, i bambini nel mondo soffrono e tanto..cerchiamo di non toglier ancor più quel rispetto che meritano...

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  28. Mamma mia la foto è terribile!!!!! Quanta crudeltà nel mondo..

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  29. Incontri tutta la mia comprensione, per non rendersi conto della traltà bisogna essere dei leghisti cerebrolesi(se mai un cervello l'hanno avuto...di certo un cuore no)

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  30. E' bastata la foto a sconvolgermi.

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  31. Non riesco a leggere l'opinione... la foto mi fa star male...

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  32. con me sfondi una porta aperta...la foto è meravigliosamente tragica, un pugno allo stomaco, speriamo che ai più faccia l'effetto di farli riflettere...

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  33. mio dio, come si fà, ma non occorre andare in fondo al mondo per le atrocità,in questi giorni tra bimbi sigillati nelle lavatrici e soffocati veramente io dico ....no anzi nn riesco a dire nulla,mi autocensuro.....

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