lunedì 19 luglio 2010

Se la canta e se la suona da solo


Stasera a Milano sarà assegnato il premio "Grande Milano" con la seguente motivazione: «Statista di rara capacità che conduce con responsabilità e lucida consapevolezza il Paese verso un futuro di donne e di uomini liberi che compongono una società solidale fondata sull’amore, la tolleranza e il rispetto per la vita».

Siete in errore, o voi che leggete! Se pensavate che questo premio fosse destinato a Mandela che ha impiegato 67 anni della propria vita in difesa dei diritti dei suoi simili proiettando un intero paese al superamento delle divisioni razziali e sessiste, siete purtroppo in errore.

Il premio sarà assegnato dal Presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà (podestà? parole che si dicono...dipendente lacchè piuttosto a giudicare dalla melliflua motivazione addotta...) quota PdL, a Berlusconi e all'immancabile Don Verzè, il prete-spretato, interdetto dalla Curia milanese dall'agosto del 1964 con la "proibizione di esercitare il Sacro ministero".

Ironia della sorte il premio è rappresentato da una scultura ma questa volta gli sarà semplicemente consegnato a Berlusconi non si indirà alcuna gara di lancio e nelle intenzioni di Berlusconi e del suo podestà rappresenterà una sorta di riappacificazione tra Berlusconi e la città di Milano.

Intanto, per ogni buon conto, lui si porta Don Verzè, affinché, qualora si verifichino incidenti e ferimenti, non gli vengano a mancare le amorevoli cure e le visite per il corpo e per l’anima che egli saprà sempre puntualmente ricambiare.

E del resto tra le virtù di Berlusconi, oltre alla specchiata cristianità e fede nel Signore, c’è senz’altro anche l’imperitura gratitudine verso i sodali e i compari. Siamo certi che, come nel passato, così in futuro non mancherà di far dono della personale gratitudine a don Verzè.

Il connubio tra i due compari nasce al tempo in cui Berlusconi, attraverso la “sua” Edilnord sas, appaltava la costruzione di Milano 2 e della nascente clinica San Raffaele.

La zona di Segrate dove sorse la città satellite, al tempo, siamo alla fine degli anni sessanta, rientrava nei piani di volo degli aerei che decollavano e atterravano a Linate. Quindi a tutto era idonea tranne che ad edilizia residenziale e a clinica di cura e degenza per ammalati.

Ma la presenza della clinica era estremamente comoda a Berlusconi per qualificare l’area in costruzione e per usarla, assieme ai buoni uffici di don Verzè nelle segreterie romane della DC, come grimaldello per ottenere lo spostamento delle rotte aeree, a danno chiaramente di altre aree, precedentemente edificate ma che avevano il torto di non esser sorte “dalle sue mani”.

Come è logico immaginare, nonostante un decennio di cause varie in tribunale (e qualche condanna per istigazione alla corruzione ed edilizia abusiva e senza licenza comminata al prete spretato) alla fine la spuntarono i due sodali e solo con le inchieste giudiziarie di “Mani Pulite” qualche condanna ai corrotti è alla fine arrivata. Quanto ai corruttori… furono… miracolati.

Giuseppe D’Urso, insegnante molto precario, da Catania

1 commento:

  1. La lirica non è di certo il genere che preferisco . CIAO

    RispondiElimina