mercoledì 27 giugno 2012

cu ti runa u pani chiamalu patri


Caro Ministro Fornero, 
probabilmente avrà un retrogusto tutto "british" affermare che "il lavoro non è un diritto" e che "deve essere guadagnato, anche attraverso il sacrificio", come Lei ha dichiarato al WSJ. 
Io purtroppo sono siciliano e le sue parole non mi evocano nessuna suggestione anglosassone ma tanto mi ricordano quel "cu ti runa u pani chiamalu patri" contro cui Placido Rizzotto, Totò Carnevale, Peppino impastato e centinaia di altri uomini hanno combattuto fino alla morte.
Per garantire il lavoro come diritto e non come graziosa concessione a cui rimanere riconoscenti. Per garantire anche a lei di poter esercitare la sua professione di accademica senza dover tenere il cappello in mano.
Giuseppe D'Urso, insegnante molto precario, da Catania.

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